This is not a Harp Marcella Carboni Trio a Jazz Alguer

Non capita spesso di andare in vacanza e trovarsi per caso catapultati in un contesto dall’alto profilo culturale. Per questa ragione è stato bellissimo imbattersi, quasi fortuitamente, in uno dei concerti della meritevole rassegna JazzAlguer, organizzata nella cittadina turistica di Alghero dall’associazione culturale Bayou club-events con il contributo del Ministero della Cultura, dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport e dell’Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Autonoma della Sardegna, della Camera di Commercio di Sassari, della Fondazione Alghero, dell’Associazione I-Jazz, e con il Patrocinio del Comune di Alghero.

Con un programma fitto di appuntamenti con i musicisti tra i più rinomati del circuito jazz nazionale, la data del 4 luglio si è svolta in un affascinante contesto extra moenia, fortemente voluto dal direttore artistico della rassegna, il batterista Massimo Russino: il Nuraghe Palmavera (a tredici chilometri dal centro cittadino), tra i siti più importanti e significativi della civiltà nuragica. In una baia che i romani chiamavano porto delle Ninfe, nell’estrema parte nord-occidentale della Sardegna, dove si sviluppa un villaggio di quasi quattromila anni fa. Il complesso di Palmavera si trova sul promontorio omonimo ad un chilometro e mezzo dal mare, all’interno del parco di Porto Conte (Alghero). Costituito da blocchi di calcare e arenaria, che si sviluppano in un corpo centrale e due torri, un antemurale e le capanne di un villaggio: oggi se ne contano meno di 50, in origine si stima fossero tra 150 e 200.

In questo contesto magicamente scenografico si è svolto il concerto del Trio dell’arpista e compositrice Marcella Carboni, affiancata da una sezione ritmica di grande affidabilità ed esperienza composta dal contrabbassista Paolino Dalla Porta, che ha suonato con musicisti del calibro di Pat Metheny, Enrico Rava, Dave Liebman, Lester Bowie, Aldo Romano, Paolo Fresu, Michel Petrucciani, e dal batterista Stefano Bagnoli, tra i più apprezzati e richiesti attualmente nel panorama jazzistico nazionale, conosciuto con l’appellativo di “brushman” e autore del primo metodo didattico italiano sull’argomento spazzole, ha suonato con i gruppi di Paolo Fresu, Dado Moroni, Andrea Pozza,  Enzo Jannacci Superband, Paolo Jannacci e molti altri. Marcella Carboni invece, classe 1973, è una musicista “prestata” al jazz, che si caratterizza per una componente swing e un suono lirico, brillante e puro. Dotata di una tecnica sopraffina che le permette di muoversi agevolmente tra improvvisazione e parti scritte, l’arpista originaria di Cagliari ha presentato in questa occasione il suo ultimo lavoro in studio, This is not a Harp. Il disco è stato registrato nel gennaio 2020 e dato alle stampe per l’etichetta Barnum for Art, omaggio in musica alla pittura di René Magritte.

Il concerto ai piedi del nuraghe si è svolto in un clima così tanto umido da mettere a dura prova la pazienza dell’arpista, che ha dovuto fermarsi diverse volte per cambiare le corde saltate del suo strumento. Questo dettaglio ha gettato le basi per una adorabile atmosfera intima e familiare, nella quale il pubblico è stato coccolato dalle improvvisazioni ironiche dei musicisti, che lo intrattenevano con divertissement come Oh mia bella madunina. 

A parte i siparietti comici, che denunciavano la fortissima voglia di tornare in relazione con il proprio pubblico in carne ed ossa dopo il lock down, il concerto si è svolto sulle note dei brani dell’ultimo disco di Carboni This is not a Harp, nato dalla necessità di andare oltre agli stereotipi dello strumento, con un piglio ironico (e a tratti anche polemico) dell’autrice nella sua richiesta di un ascolto capace di uscire dal vecchio dilemma binario in merito all’appartenenza o meno dell’arpa al mondo del jazz. This is not a Harp è un chiaro riferimento al quadro di Magritte in cui la didascalia della famosa pipa recitava: “Questa non è una pipa”. Come la pipa di Magritte non poteva essere fumata ed era solo una rappresentazione grafica, questo disco vuole giocare con i suoni: l’arpa di Marcella Carboni non è l’arpa angelica o morbida del nostro immaginario preconfezionato, l’arpa di Carboni crea suoni nuovi e inattesi, che trasformano i difetti (come il risuonare dello strumento) in caratteristiche, proprio come avviene nel jazz, musica di libertà per eccellenza. Inoltre l’elaborazione digitale dei suoni fatta sul momento è in grado di creare atmosfere nuove ed accordature spericolate che donano alle nostre orecchie suoni inauditi. A completare il quadro l’accompagnamento estroso ed originalissimo della batteria spazzolata di Stefano Bagnoli e del contrabbasso (persino in 8 tempi) di Paolino Dalla Porta. 

La rassegna Jazz Alguer prosegue fino al 28 agosto con altre dodici serate in musica con nomi di primo piano della scena jazzistica nazionale. 

I biglietti sono disponibili su TicketSms e ad Alghero presso Lo Quarter, il mercoledì e il sabato dalle 18.30 alle 20.

Per informazioni: 328 83 99 504 – jazzalguer@gmail.com