E’ l’ora di vivere liberi

“The Most Beautiful Day – Il Giorno Più Bello” (110’)  in sala a Bologna al Cinema Galliera fino a domenica 9 Aprile, distribuito da Nomad Film Distribution.

Un film che val la pena di guardare, non soltanto per premiare il coraggio e l’originalità degli esercenti del Cinema Galliera che hanno scelto di proiettarlo in maniera del tutto indipendente e d’essai, è la godibilissima dramedy, campione di incassi in Germania, The Most Beautiful Day – Il Giorno Più Bello, il road movie girato da Florian David Fitz, giovane star del firmamento cinematografico tedesco, qui regista e attore nella parte di uno dei protagonisti Benno, portavoce di una emozionante riflessione non solo sulla morte, ma sul senso della vita.  Al centro della storia due giovani malati molto anti-convenzionali, Andi (Matthias Schweighöfer) bizzarro pianista affetto da una fibrosi polmonare che lo costringe da sempre a vivere in clinica sotto l’uso di morfina e ossigeno permanente, e Benno (Florian David Fitz) spensierato avventuriero, incappato suo malgrado in una terribile prognosi. Dopo il loro primo fortuito incontro i due giovani decideranno di fuggire dalla clinica che li ospita, e procurandosi in maniera del tutto illegale un discreto gruzzoletto, partiranno alla volta dell’Africa, Mombasa, alla ricerca dell’ultimo e più bel giorno della loro vita.

La pellicola, che per il tema (malati terminali) e il modo di affrontare la morte con uno sberleffo leggero, da subito richiama alla memoria il Non è mai troppo tardi  (2007) della coppia Nicholson / Freeman, è un concentrato di risate e commozione: avvincente, emozionante e carico di sex appeal (il protagonista Benno/Fitz non ha nulla da invidiare alle bellezze hollywoodiane) e ironia. Persino il doppiaggio stavolta rende omaggio alle intenzioni degli autori, e nella voce stridula e a tratti femminile (nei gridolini di paura) di Andi / Schweighöfer trova una cifra comica non da poco, capace di caratterizzare in maniera indelebile il personaggio, come il “pusillanime” della coppia, o la spalla, l’amico che andrà amato e protetto. Perchè oltre che di morte e vita, ovviamente, nella pellicola si parla di amicizia, e viene scattata una fotografia moderna e colorata delle mille sfumature in cui essa può prender forma, umanamente. L’avventuroso viaggio dei protagonisti in Africa, snocciolando la celeberrima lista di tutte quelle cose che vorresti fare prima di morire, condurrà i due amici a vivere situazioni tragicomiche fra gag irresistibili e profonde riflessioni, tra attimi di vita alla James Bond, momenti di pura poesia (come la scena girata sulla gru con un panorama mozzafiato), e tante risate (l’incontro con un leone nella savana, le mosche finite in bocca su un’auto in corsa, la prima volta con una donna…ma senza ossigeno!).

E su tutto sovrasta un’unica potente morale sottesa: smettiamola di vivere la vita come se fossimo eterni, siamo infondo tutti condannati a morire, l’unica differenza con un malato terminale è che non sappiamo ancora quando, come e con chi moriremo. Nella vita arriva sempre un altro quando che ti fa rimandare quello che vorresti fare davvero: smettiamola di procrastinare, prendiamo il coraggio a quattro mani e iniziamo a vivere la vita che vorremmo davvero ora , subito , adesso.

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