Le stagioni della vita delle Girls da calendario

La prima domanda che ti poni quando stai per assistere alla rappresentazione teatrale di una cosa nata per il cinema è: come farà la regista a raccontare la stessa storia con un media così diverso?La seconda perplessità era legata ad un’altra traduzione obbligata, quella linguistica: come faranno le attrici a rendere efficace lo humor inglese per la platea italiana o a tradurlo in gag dal sapore più italico? Dopo la prima di Calendar Girrls di ieri sera al Teatro delle Celebrazioni, possiamo dire che Cristina Pezzoli e la compagnia di attrici e attori capitanata da Angela Finocchiaro e Laura Curino sono riuscite a pieno nella difficile impresa.

Calendar girls tratta dall’omonimo film Miramax (scritto da J.Towhide e Tim Firth) racconta la storia, ormai celebre e realmente accaduta, di un gruppo di donne inglesi fra i 50 e i 60 anni, appartenenti al Women’s Institute, impegnate in una raccolta fondi in favore dell’Ospedale dove aveva perso la vita il marito di una di loro per una leucemia. Nasce l’idea di fare un calendario “alternativo”, diverso da tutti gli altri che fino a quel momento avevano ritratto nature morte o frontespizi di chiese e cattedrali. Chris (interpretata da una sempre frizzante Angela Finocchiaro) convince le sue amiche a posare nude tra marmellate d’autunno, sferruzzate ai ferri, e vassoi di brioche. Le donne riscuotono un inaspettato successo e la loro iniziativa finirà per mettere a dura prova le protagoniste e la loro decennale amicizia. Questo è il primo allestimento di Calendar Girls in Italia.

La traduzione e l’adattamento del testo originale sono stati affidati a Stefania Bertola, autrice che grazie alla sua ironia ed acutezza ha portato a termine brillantemente un lavoro non semplice: superare le difficoltà che pone il passaggio dalla drammaturgia inglese alla sua versione italiana. Questione di tempi e codici comici che non sempre coincidono. Lavoro ancor più indispensabile considerata l’eccellenza del cast che da vita allo spettacolo, a partire da un’inedita Angela Finocchiaro impegnata a dar corpo e voce ad una provocatoria femmina alfa di provincia, seppellita in un modesto negozio di fiorista, ma con smanie di protagonismo e slanci di generosità. Poi c’è Annie,la sua migliiore amica, casalinga a tinte pastello che rinasce alla vita dopo la vedovanza, interpretata da Laura Curino, affiancata da un gruppo di attrici estrose e ardite, le Girls: Ariella Reggio (Jessie), Carlina Torta (Ruth), Corinna Lo Castro (Celia) e Matilde Facheris (Cora), la musicista che fa risuonare con il suo pianoforte e il suo canto le mura della sala parrocchiale di musiche sacre virate in rythm and blues e rock. Completano il cast Elsa Bossi, direttrice bacchettona dell’associazione e Titino Carrara, a dar vita al bellissimo personaggio di John, malato terminale che riesce sempre a scherzare su di sé e a sorridere fino alla fine, Marco Brinzi, il barelliere goffo che si trasforma in un fotografo di genio, e la smagliante Noemi Parroni impegnata virtuosisticamente con un poker di personaggi: la conferenziera noiosa, la nobildonna liftata, la giornalista col raffreddore allergico e l’estetista con retrogusto di escort. La regia dello spettacolo fa una scelta vincente decidendo – come dichiara la regista Pezzoli- di evidenziare la tavolozza delle stagioni che Tim Firth indica per cogliere e sottolineare la relazione tra le stagioni della natura e quelle della vita, creando un’alternanza tra la claustrofobia della sala parrocchiale dove si svolge gran parte della storia e gli esterni naturali colorati da autunno, inverno, primavera ed estate. Stessi colori pastello che tornano sui costumi delle protagoniste per caratterizzarle singolarmente. Ma uno dei motivi assoluti del successo evergreen di Calendar Girls è certamente, e lo è anche in questo spettacolo teatrale, il momento clou della realizzazione del calendario. Momento che per essere rappresentato implica precise scelte di messinscena oltre a un grande coraggio da parte delle protagoniste, nella finzione come nella realtà, perchè il nudo di donne che non sono modelle da calendario Pirelli, ma donne con corpi veri e imperfetti non photoshoppati, è una delle scene più divertenti e più complesse da realizzare dello spettacolo. Donne che allegramente, anche se con il contributo di qualche giro di vodka, si spogliano per una buona causa, scoprendosi perfino divertite e riconoscendosi ancora belle e seducenti, anche al di fuori dei canoni di finta perfezione ed eterna giovinezza. Con coraggio e ironia le attrici di Calendar girls si offrono allo sguardo della macchina fotografica e del loro pubblico per dirci che le stagioni della vita possono continuare a sorprenderci sempre. Dal 4 al 6 novembre al Teatro Il Celebrazioni

CALENDAR GIRLS PER AIL: LA FINALITÀ BENEFICA Tim Firth, autore della sceneggiatura del film e del successivo adattamento teatrale, ha voluto che la messa in scena di Calendar Girls rimanesse sempre collegata ad una iniziativa benefica,come all’origine è stato per il calendario. Lui stesso ha devoluto in prima persona gran parte delle royalties a lui spettanti per la rappresentazione dello spettacolo all’associazione LeukaemiaResearch UK. In linea con le scelte dell’autore, anche questa Produzione ha voluto sposare un’iniziativa benefica. Calendar Girls ha scelto di sostenere l’Associazione Italiana contro le Leucemie, iLinfomi e il Mieloma attraverso una serata di raccolta fondi, il cui incasso è stato interamente devoluto all’Associazione per il progetto Case AIL.