La sonata di Zamboni per Berlino

Area Fuori Tema è il nuovo spazio polivalente appena fuori città (a Cadriano di Granarolo) creato da Gianluca Aramini, titolare dell’azienda quarantennale Aramini Strumenti Musicali srl, e Michele Collina professore e regista teatrale impegnato in ricerca e sperimentazione. 

Riqualificando un vecchio magazzino in zona industriale i due soci hanno dato vita ad uno spazio organizzato per accogliere progetti artistici di ogni tipo, con un foyer dal forte carattere industriale, all’interno del quale hanno trovato collocazione oggetti degni di nota per gli appassionati del settore come l’unica (in Italia) batteria Ludwig con la scritta ‘The Beatles’ ufficialmente riconosciuta da Ringo Star, l’amplificatore Hiwatt per chitarra elettrica utilizzato nei tour in Italia da David Gilmour dei Pink Floyd, diversi strumenti musicali utilizzati dalla produzione televisiva Roxy Bar di Red Ronnie.

Sabato sera Area Fuori Tema ha ospitato il bellissimo live dell’ex CCCP Massimo Zamboni (basso e voce) insieme ad Angela Baraldi e Cristiano Roversi. Una passeggiata a Berlino, tornando indietro nel tempo (anno 1981), con il muro sullo sfondo e quattro passi nel quartiere di Kreuzberg, da sempre il più multietnico della città tedesca, animato da moltitudini di turchi, universitari, punk, hippie. Un quartiere di frontiera, delimitato sia a nord che ad est dal Muro e come tale non tra le mete più ambite dai berlinesi dell’Ovest.

Questo lo scenario che fa da cornice allo spettacolo che mescola la formula del live più autentico al reading di brani tratti dal libro autobiografico “Nessuna voce dentro, un’estate a Berlino Ovest” (Ed. Einaudi 2017). Storia dell’autostop da Reggio Emilia fino a Berlino Ovest, che nel 1981 portò Zamboni ventiquattrenne all’incontro con un altro ragazzo reggino che di lì a poco sarebbe diventato suo compagno nell’avventura musicale di uno dei gruppi ancora oggi più amati del panorama musicale italiano i CCCP.

Il concerto così come il disco di Zamboni/Baraldi è quasi interamente composto di cover, brani scelti per lo più tra quelli che segnarono il viaggio berlinese del musicista, più quattro inediti. L’impressione è quella di assistere ad una originalissima rielaborazione di sonorità tipicamente “punk ottanta” che restituisce alle orecchie del pubblico odierno pezzi nuovi, rivestiti da una patina per così dire di elettronica berlinese, che gli dona nuova luce ed energia. Tra i primi brani ad aprire il live, emergono versioni intensissime di Bette Davis Eyes (Kim Carnes), Alabama Song (David Bowie), Berlin di Lou Reed, Afraid di Nico e Paul Ist Tot dei Fehlfarben. Per poi passare ad altri nei quali sono il basso e il sintetizzatore a prendere il sopravvento come in Hundsgemein degli Ideal e Kebab Träume dei D.A.F. e ancora In the Garden degli Einstürzende Neubauten, e le autocitazioni Noia e Allarme dei CCCP, reinterpretato con il ritornello in lingua tedesca, a sottolineare una linea musicale dura e a tratti tetra che martella il pubblico con suoni forti e decisi, altamente disturbanti. 

La voce calda e graffiante di Angela Baraldi e i suoi movimenti sinuosi e appartenenti (deliberatamente) ad un frasario gestuale quasi “vintage” sono la ciliegina sulla torta di questa splendida esibizione che riporta il pubblico ad anni in cui “il punk poteva esistere solo in un contesto socialista” e l’attualità era confinata a noia mortale. Uno spaccato di noi stessi oltre che della Berlino che fu, questa Sonata a Kreuzberg che ci restituisce alla nostra amara verità, come scrive Zamboni “La comunicabilità del dolore dei singoli trova forme perfette nella nostra Berlino…La fragilità indossata da alcuni corpi è la fragilità di tutti, la fragilità delle nostre intuizioni. Contro i giovani levigati brillanti come perle al sole, contro la gioia reclamizzata da comprare, la tristezza diventa un diritto che si deve poter esercitare. Si resta giovani finché si è tristi. La vita pare troppo lunga ancora per accontentarsi”. 

Per info :

AreaFuoriTema 

www.massimozamboni.it