Joan Miró: Sogno e colore a Bologna

Maqueta para Gaudì X, 1975 [ca] Gouache, ink, pencil, pastel and collage on paper Archive Fundaciò Pilar i Joan Mirò a Mallorca ©J.Ramòn Bonet &D.Bonet
“Miró concepiva la propria opera come un monologo interiore e, allo stesso tempo, come un dialogo con il pubblico” da questa constatazione della curatrice Pilar Baos Rodríguez, nasce la mostra “Miró! Sogno e colore”.
Lo spazio espositivo di Palazzo Albergati (via Saragozza 28) apre i suoi battenti al pubblico nella giornata di oggi 11 Aprile, ed è suddiviso in cinque grandi sezioni diverse, ma complementari: Radici, Influenze artistiche, Ambienti in cui creava, Metamorfosi plastica, Vocabolario di forme, nelle quali sono riuniti pezzi realizzati tutti a Maiorca negli anni della piena maturità dell’autore, il periodo meno noto e più innovativo della sua carriera, quello in cui è stata prodotta una parte rilevante delle opere custodite dalla Fundació Pilar i Joan Miró, dalla quale provengono tutte le opere in mostra.
La mostra, la prima personale dell’ artista ospitata dalla Dotta Bologna, cronologica e tematica allo stesso tempo, presenta la produzione degli ultimi 30 anni della vita di Mirò, un periodo indissolubilmente legato alla sua isola dove tra gli anni ‘60 e ‘70 si dedicò a temi prediletti come donne, paesaggi, e uccelli. “Non è possibile parlare del maestro catalano senza sottolineare quanto fosse legato alle proprie radici e alla propria identità da un affetto che informava in maniera diretta la sua opera. Nell’evoluzione dei suoi metodi di lavoro spicca chiara l’influenza delle principali avanguardie del Novecento e dell’indole antiartistica dei movimenti dadaista e surrealista, prodromo del suo successivo avvicinamento all’espressionismo astratto americano e all’arte orientale.” Questa esposizione dà l’opportunità di esplorare gli spazi creativi nell’isola di Maiorca, un rifugio di estrema importanza per l’artista, un contesto perfetto per lavorare, un giardino fertile coltivato con perseveranza fino agli ultimi giorni di vita. Lo studio di Majorca è persino riprodotto in una sezione della mostra, pronto ad accogliere gli spettatori più curiosi.

Untitled, 1977 [ca] Oil and charcoal on canvas, Archive Fundaciò Pilar i Joan Mirò a Mallorca ©J.Ramòn Bonet &D.Bonet
Joan Mirò è uno dei grandi protagonisti del ‘900 che con la sua eccezionale inventiva ha esercitato sull’arte contemporanea una grande influenza. Ha costruito uno stile ed un universo creativo del tutto personale prendendo le mosse dalla realtà che lo circondava dalla natura e dagli oggetti quotidiani creando un linguaggio visivo ricco di simboli forme e colori: “Le forme germogliano e mutano si interscambiano e così creano la realtà di un universo di segni e simboli” (JM).

130 opere esposte tra dipinti sculture, disegni e libri illustrati, insieme a una selezione degli oggetti e dei materiali che si trovavano nel Taller Sert e a Son Boter, esposti qui eccezionalmente. Potremo valutare e toccare con mano la sua fecondità creativa trovandoci davanti ad una esuberante gamma di risorse artistiche, varietà di materiali e tecniche di cui il maestro si serviva per esprimere la sua personalissima iconografia: “Mi sforzo di raggiungere il massimo della chiarezza, potenza ed espressività plastica cioè di provocare per prima cosa una sensazione fisica per poi arrivare all’anima”. Ed è proprio quello che si prova di fronte ai suoi quadri, una sensazione di attrazione o tenerezza, sogno o anche dilemma a volte, quando non riusciamo ad interpretare il sentimento che avrebbe voluto veicolare con quell’immagine.
Mirò è il più surrealista dei surrealisti : diceva “il mio studio è come un orto e io sono il giardiniere”.
Era affascinato dai calligrafi giapponesi e considerava la sua pittura sempre più gestuale, con lui la figura del pittore si confonde quasi con quella del poeta, a tal proposito egli amava affermare: Il pittore lavora come il poeta: prima viene la parola poi il pensiero.
L’ultima fase della sua carriera a Maiorca (1956-1981) testimonia l’insaziabile desiderio di rinnovamento e rottura, la personalità di un Miró trasgressivo e anticonformista, irruente e selvaggio accanto a quello più introspettivo e poetico.

Per far comprendere anche ai più piccoli l’opera dell’artista e offrire un punto di vista spontaneo un approccio nuovo Arthemisia propone la Visita animata per famiglie “Mani in Arte!” al termine della quale, attraverso una esperienza tattile, i bambini in collaborazione con i genitori dovranno riconoscere gli oggetti utilizzati da MIrò come punto di partenza della sua opera. E questi oggetti saranno lo spunto per creare una storia che i bambini dovranno illustrare attraverso la combinazione di materiali diversi.

Date di apertura al pubblico 11 Aprile – 17 Agosto 2017
Palazzo Albergati Via Saragozza 28 orario 10- 20

www.arthemisia.it