Islanda: un intero Museo dedicato all’organo sessuale maschile

L’Islanda non è solo una delle nazioni ai primi posti del Better Life Index dell’OECD e non è solo il Paese dai cui rubinetti scorre l’acqua più pulita della terra. Tra gli altri suoi onorevoli primati, l’Islanda è forse l’unico paese al mondo che ospita un intero Museo dedicato alla fallologia. Il Museo Fallologico Islandese, meglio conosciuto come il Museo del Pene, è il primo al mondo dedicato all’organo sessuale maschile.

Fondato nel 1974 su iniziativa privata di Mr. Sigurður Hjartarson, professore di storia in pensione, il museo raccoglie una bizzarra quanto originale collezione di apparati genitali maschili, disseccati o conservati in formaldeide. Circa 276 peni, appartenenti a 90 specie di animali diverse, in particolare a mammiferi d’Islanda, alcuni dei quali ormai estinti. E fra questi, dal 2011, anche un pene umano, donato alla causa della scienza da un benevolo cittadino islandese alla sua morte.

Fra i vari oggetti esposti, inoltre, largo spazio al gusto kitsch, con lampade fatte di scroto di toro ed un’incisione settecentesca raffigurante la circoncisione di Cristo.

Sicuramente i lettori italiani si chiederanno quale abbia potuto mai essere la genesi di una tale istituzione. Ebbene, pare che il fondatore del Museo, già da bambino, fosse entrato in possesso del pene di un toro, che utilizzava come frusta per il bestiame. Decise poi di inaugurare la sua collezione quando un amico, giunto a conoscenza dell’insolita passione, gliene regalò quattro ai quali presto si aggiunsero le numerose donazioni dei pescatori delle baleniere e dei mattatoi provenienti dalle regioni più disparate dell’Islanda. Sigurður riuscì persino ad avere il fallo di un orso polare, ucciso da due pescatori alla deriva nei Westfjords.

L’impresa titanica dell’audace studioso, inutile dirlo, si dovette scontrare, anche in un Paese felice ed aperto come l’Islanda, con una buona dose di imbarazzo, soprattutto a carico dei familiari del Professor Hjartarson, che non condividevano la sua passione. Persino i residenti locali di Húsavík inizialmente accolsero con scetticismo la presenza del Museo nella loro cittadina, ma cambiarono presto idea quando compresero che la collezione non celava alcun aspetto pornografico. Dopo la morte di Sigurður, suo figlio fu nominato «l’unico erede al mondo di una collezione di peni» e il Museo fu spostato nella sede attuale a Laugavegur 116 a Reykjavík.

La collezione è davvero curiosa e fa onore ai migliaia di visitatori che ogni anno si avvicendano, ilari e assorti, tra le sale del Museo: si spazia dagli esemplari più grandi fino ai più piccoli peni del mondo animale. Il fallo più grande esposto, lungo 170 cm e pesante 70 kg, appartiene ad una balena, ed è così possente da esser stato definito dall’ Iceland Review «un vero Moby Dick». In realtà, non rappresenta nient’altro che la punta dell’intero organo genitale del cetaceo, che se sezionato in toto, avrebbe avuto una lunghezza di 5 m ed un peso di 350/450 kg. All’ opposto è invece il membro genitale di un criceto, lungo solo 2 mm: dunque non visibile ad occhio nudo! Sigurður si dilettava a descrivere la sua collezione come il risultato di «37 anni di raccolta di peni».

Se siete quindi in vacanza in Islanda, andare in questo Museo è d’obbligo!