Il Miracolo di credere a Babbo Natale

coca-cola-1931Il Natale è ormai alle porte, e per tutti i genitori di bambini tra i 7 e gli 8 anni, si insinua insistente un terribile dubbio: quando rivelare ai nostri bambini la NON Esistenza di Babbo Natale? Crescendo nella nostra cultura occidentale, per alcuni una cultura prettamente consumistica e capitalistica, (non dimentichiamo che l’icona di Babbo Natale col vestito rosso e la barba bianca fu dettata da un manifesto pubblicitario della Coca Cola, che trasformò definitivamente il severo vescovo San Nicola nel paffuto vecchietto vestito dei colori della bibita americana), siamo quasi automaticamente portati a tramandare ai nostri pargoli la leggenda di questo personaggio fantastico e magico, che incontrovertibilmente ha giocato un ruolo molto importante nell’infanzia di tutti noi. Continuare a narrare la storia del vecchio Babbo che in una sola notte a bordo di una slitta trainata da renne, riesce a consegnare tutti i suoi doni a milioni di bambini in tutto il mondo, ci fa rivivere inevitabilmente l’antica magia, fa tornare bambini tutti noi e regala a ciascuno un pezzetto dello spirito del Natale, che così crudelmente Scrooge vorrebbe portarci via. Nonostante ciò molti genitori sono ossessionati da un insopportabile senso di colpa, perchè in fin dei conti “imbrogliare” i propri figli circa l’esistenza di Babbo Natale cos’altro è se non una bugia? E come reagiranno i nostri bambini quando finalmente scopriranno la verità, non si sentiranno forse irrimediabilmente traditi?  

miracle-on-34th-streetAltri scelgono da subito la strada della sincerità ad ogni costo, e come la protagonista del film Miracolo della 34° strada, risparmiano ai propri figli la grande bugia, aborriscono il pensiero di plasmare dei giovani creduloni e illogici, optando per una educazione che li incoraggi allo sviluppo di un pensiero critico e razionale, ma ahimè, privo di sogni e fantasia.

Per dipanare le nebbie su entrambe le posizioni, vorremmo dunque riportare l’attenzione su un paio di assiomi dimostrati da recenti ricerche psicologiche sull’argomento, tentando di rassicurare il lettore sul fatto che credere in Babbo Natale non fa male, e di questi tempi, può anzi essere un vero miracolo!

“Innanzitutto è importante ricordare che i bambini attraversano diverse fasi di sviluppo cognitivo. Fino circa ai 6 anni, il loro modo di vedere la realtà è caratterizzato dal pensiero magico (Piaget): ciò che per noi adulti può essere assurdo è per loro coerente e accettabile, e non intacca la capacità di giudizio per il semplice fatto che sono in una fase in cui il pensiero razionale non è ancora completamente sviluppato. I bambini sono in grado di distinguere tra personaggi fantastici derivati da credenze culturali e altre entità non visibili ma scientificamente comprovate (Harris et al 2006). Insomma, i bambini che dicono di credere in Babbo Natale sono comunque meno certi della sua esistenza rispetto all’esistenza dell’ossigeno e dei germi.
Globalmente questi studi ci fanno concludere che supportare con i nostri figli l’esistenza di Babbo Natale non contribuisca a renderli illogici e creduloni.
Che cosa succede, poi, quando i bambini scoprono che Babbo Natale esiste solo nella loro fantasia? Le ricerche in merito mostrano che raramente i bambini appaiono con il cuore spezzato, mentre paradossalmente sono i genitori a sentirsi malinconici.
Quando i ricercatori sono andati a intervistare i bambini che avevano smesso di credere a Babbo Natale (la maggior parte attorno ai 6-7 anni), questi hanno riportato una situazione di globale tranquillità. Molti di loro avevano già intuito qualcosa da qualche tempo, e ne avevano semplicemente avuto la certezza. Era il genitore, non il figlio, che riportava tristezza (Anderson and Prentice, 1994; Cyr, 2002). E cosa dire della bugia?
Secondo gli studi scientifici, solo una percentuale bassissima di bambini sono rimasti un poco infastiditi dal fatto che i genitori avessero loro raccontato una frottola. Nel suo studio, Condry ha intervistato centinaia di bambini e nessuno di loro riportava rabbia nei confronti dei genitori dopo aver scoperto la verità circa Babbo Natale (Condry, 1987).
Tale reazione può essere ricondotta al fatto che i bambini riescono a realizzare che questa menzogna fa parte della categoria delle bugie bianche. Infatti, la letteratura scientifica suggerisce che già all’età di 3 anni i bambini capiscono la differenza tra le “bugie buone” e le “bugie cattive”. In definitiva, i genitori possono stare tranquilli sul fatto che i bambini perdonino loro di aver raccontato una frottola così buona e conveniente come Babbo Natale che porta i regali. Inoltre i bambini continuano ad essere felici all’idea di ricevere la mattina di Natale i regali sotto l’albero, anche se non credono più in Babbo Natale perché ormai sono cresciuti (Cyr 2002). ” (Tratto. da http://www.psicologo-milano.it/)

Dunque smettiamola di tormentarci, ed accettiamo una volta per tutte che Babbo Natale può esistere e ripetere ogni anno la sua grande impresa, se questo significa insegnare ai nostri figli a sognare o semplicemente a credere nella possibilità di un mondo più buono. Una illusione necessaria per crescere più sicuri di sé.