Cristina D’Avena reinterpreta se stessa e vince

Ciò che appassiona di più quando si parla di Cristina D’Avena è… cercare di datare in maniera precisa l’inizio della sua carriera come cantante. Essendo nata nel ’64 la sempre bellissima Cristina ha già 54 anni, anche se nessuno lo direbbe!  Calcò per la prima volta il palcoscenico dello Zecchino D’oro alla tenera età di 3 anni per deliziarci con il suo Valzer del moscerino con la “r” moscia più tenera di sempre, dunque dovremmo dire che la sua carriera nel mondo della musica è ormai alle nozze d’oro! Ma probabilmente alla dolce Cristina piace di più considerare il 1983 come anno di esordio della sua reale carriera, anno in cui iniziò a pubblicare i numerosissimi singoli dei suoi “cartoon” nella storica collana Fivelandia, che conteneva appunto le sigle dei cartoni andate in onda sulle reti Fininvest.

Eppure dopo tutti questi anni di attività, Cristina ha saputo restare sulla cresta dell’onda grazie anche all’intelligenza di una operazione mediatica che la vede sempre alla ribalta in una veste “rinfrescata” e simpaticamente sempre più “rock” grazie alla proficua collaborazione con i Gem Boy. Non per niente il nuovo album  “Duets – Tutti cantano Cristina” appena uscito in novembre per la Warner Music, in pochi mesi è già disco d’oro.

E anche lo spettacolo portato in scena all’Estragon il 10 marzo scorso ha registrato da subito il tutto esaurito. Un dato interessante che potremmo interpretare o considerando solo il fattore “nostalgia”, che ha sicuramente un appeal molto forte su tutte le generazioni di ex-bambini cresciuti a pane e Fivelandia o ammettendo candidamente che Cristina ci sa fare! Infatti, se considerassimo solo ed unicamente il primo fattore, la nostalgia degli ex bambini, ovvero l’effetto “revival” commetteremmo di certo un errore.

Cristina D’Avena ha ancora successo oggi e i suoi concerti sono sempre godibili perchè Cristina è brava, canta da vera professionista ed al suo talento si è aggiunta ora anche la vena di ispirazione “generazionale” di Carlo e dei Gem Boy, band bolognese ormai celeberrima per la creazione di cover parodistiche delle canzoni più famose di Cristina (ma anche dei jingle degli spot pubblicitari più noti) , con riscrittura dei testi e una certa vena dissacrante. Lo spettacolo di Cristina è infatti arricchito da un pot pourrie musicale composto per un 80% dai grandi successi della televisione dei bambini e dal restante 20% da cover o rivisitazioni parodiche di grandi successi della musica internazionale (Prince, Michael Jackson, Queen) e italiana (Mannoia, De Gregori, Vasco Rossi) degli anni ’80 e ’90. Attraverso fantasiosi e divertentissimi medley che mescolano i testi delle canzoni di Cristina (Siamo fatti così entra in crasi con Quello che le donne non dicono) a quelli di altri grandi autori del passato o del presente (c’era anche il tanto amato Rovazzi con Andiamo a comandare per la Millenials Generation) le due ore di concerto scorrono gradevolmente, lasciando negli astanti un senso di vera soddisfazione e grande divertissement.

Cristina D’avena insomma si riconferma una grande artista (orgoglio bolognese), riproponendo le sigle dei cartoni animati che hanno accompagnato generazioni di bambini, in queste nuove versioni, che abbracciano i più disparati generi musicali, dal pop, al rap al cantautorato.

Davvero una serata che va cantata a squarciagola dalla prima all’ultima nota.